Primo Soccorso
Pronto intervento in età pediatrica
Cosa fare dopo la crisi
In occasione di una nuova crisi, quando è già stata fatta diagnosi di convulsioni febbrili, se il bambino si riprende entro 10-15 minuti e non è presente nessuno dei segni descritti in precedenza, non è sempre necessario che venga visitato da un medico. Infatti, spesso la crisi compare nei primi momenti della malattia che causa la febbre e possono mancare del tutto i sintomi che permettono al pediatra di orientarsi verso una diagnosi. Se il piccolo vuole riposare, mettetelo in posizione comoda, tenendolo sotto controllo, e contattate telefonicamente il pediatra per chiedergli consigli su come comportarvi nelle ore o nei giorni successivi.
È utile avvertire del disturbo del bambino tutte le persone che interagiscono con lui (baby sitter, educatrici dell’asilo nido, insegnanti della scuola materna), ma è fondamentale che chiunque si prenda cura del bambino sia in grado di fronteggiare al meglio l’evenienza di una nuova crisi. Queste persone devono essere informate sia della relativa benignità del disturbo sia dei sintomi che segnalano una situazione di allarme. Dato che la crisi si esaurisce in genere in breve tempo, è praticamente impossibile che voi possiate arrivare dal posto di lavoro in tempo utile per essere di reale aiuto al bambino. È importante pertanto che queste persone capiscano che la priorità assoluta è assistere il bambino, prendersi cura di lui e somministrargli il diazepam, e solo successivamente contattare voi per avvertirvi o chiamare il 118, se la crisi non si risolve entro 10 minuti. Per informare e rassicurare il personale della comunità infantile che frequenta il bambino può essere utile l’intervento del pediatra curante.
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