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L’eccessiva sudorazione, o iperidrosi, è causata da un’iperfunzione del sistema nervoso simpatico che regola la sudorazione, anche se il motivo di questa anomalia non è ancora noto.La sudorazione è il meccanismo fisiologico che l’organismo utilizza per mantenersi a una temperatura ideale tra i 36° ed i 37° C. Il tutto, è sotto il controllo del sistema nervoso simpatico che invia segnali alle ghiandole sudoripare quando la temperatura corporea sale. Semplificando un po’, basti pensare al sistema antincendio: quando in un ambiente si sviluppa un calore eccessivo, alcuni sensori attivano dei getti d’acqua per spegnere il fuoco. La stessa cosa fa il sistema nervoso simpatico con le ghiandole sudoripare sollecitandone la sudorazione. In alcuni casi, però, questo perfetto meccanismo si altera e le ghiandole sudoripare vengono sollecitate di continuo in assenza di un vero e proprio problema. Riguardo alle cause, inoltre, dobbiamo distinguere tra iperidrosi primaria  e iperidrosi secondaria. La più frequente è la forma primaria, di cui non si conoscono ancora le cause, anche se alcuni studi scientifici parlano di una certa ereditarietà. E’ anche vero, però, che ne possa soffrire chiunque anche senza familiari con il medesimo problema. Quando, invece, si parla di iperidrosi secondaria si fa invece riferimento ad una sudorazione eccessiva provocata da altre problematiche sanitarie ben note. Per esempio, alcune patologie o l’utilizzo di particolari farmaci. Tra le diverse patologie in cui si può scatenare un’iperidrosi secondaria segnaliamo: Menopausa, Diabete, Obesità, Malattie Cardiovascolari, Gotta, Infezioni, Ipertiroidismo, Artrite reumatoide ecc.Infine, per quanto riguarda, categorie di farmaci che potrebbero provocare questo disturbo, segnaliamo alcuni antidepressivi, antiipertensivi o per la cura del glaucoma.Appare evidente, quindi, la necessità di rivolgersi al suo base che valuterà se modificare la sua eventuale terapia o inviarla in consulenza ad uno specialista dopo aver fatto qualche indagine strumentale e/o ematochimica.CordialmenteDott. Stefano Limontini