Sono all’inizio della gravidanza e mi hanno detto che vi sono rischi se mi ammalo di toxoplasmosi….
Sono all’inizio della gravidanza e mi hanno detto che vi sono rischi se mi ammalo di toxoplasmosi. Come posso prevenirla? Consideri che ho un gatto a cui sono molto affezionata.La risposta
Se si programma una gravidanza è molto importante sottoporsi a un test per la ricerca di anticorpi contro il Toxoplasma gondii, prima della gravidanza stessa; se il test è positivo significa che si hanno anticorpi e si è immuni, e quindi non si corrono rischi; se al contrario il test è negativo, è necessario mettere in atto tutte le precauzioni per evitare di contrarre l’infezione: evitare il contatto con gatti, non mangiare carne cruda o poco cotta, evitare di maneggiare la carne, evitare lavori di giardinaggio (nel caso indossare sempre guanti), lavare accuratamente frutta e verdura; lavarsi sempre le mani subito dopo aver toccato carne cruda o la terra. In caso di infezione durante la gravidanza si dovranno effettuare test diagnostici ripetuti e discutere con lo specialista la terapia più appropriata. È possibile anche mantenere il gatto, se lo si ha già, pur essendo potenzialmente a rischio (gravidanza di una donna suscettibile, immunodepressione) purché si osservino speciali precauzioni: non far uscire il gatto da casa; alimentarlo con prodotti in scatola; non accogliere gatti randagi o gattini che abbiano già vissuto all’esterno; evitare di sostare dove il gatto abitualmente ha la cuccia; non pulire la lettiera del gatto, ma farlo fare quotidianamente ad altri (le oocisti non sono, in genere, infestanti nelle prime 24 ore e pertanto l’eliminazione delle feci del gatto entro le 24 ore riduce notevolmente il rischio di contaminare l’ambiente con oocisti infestanti); in caso ciò non fosse possibile indossare sempre i guanti e quindi lavarsi bene le mani con acqua e sapone. Non è possibile stabilire se il gatto è infetto. Anche in caso di immunodepressione è bene sottoporsi a un test per anticorpi; in base all’esito del test e al grado di immunodepressione sarà lo specialista a stabilire l’eventuale necessità del trattamento.
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