Come curare le coliche dei neonati

Buongiorno, sono costretto, viste le crisi di pianto di mia figlia, a darle Alginor (15 gocce alla sera) da 2 settimane. La bimba ha solo un mese e mezzo e pesa 5kg. Da quando e' nata poi le abbiamo sempre dato il lactobacillus reuteri (5 gocce alla mattina). Ma tutti questi farmaci le possono fare male? E per quanto tempo possiamo continuare a darglieli? Grazie

La risposta

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Le cosiddette coliche del lattante sono caratterizzate dal bambino che inizia a piangere improvvisamente, è irritato, rosso in volto, tiene le gambe flesse sulle cosce e queste sull’addome, da cui spesso provengono dei rumori. Può continuare anche per ore e il bambino emette grida sempre più intense e acute, senza lasciarsi consolare. La verità scientifica è diversa, le coliche non esistono: si tratta solo si crisi di pianto prolungato, infatti il bambino che presenta le coliche non ha una malattia, né un’allergia, né dolore addominale (“mal di pancia”). Anche se un tempo venivano chiamate “coliche gassose” non sono provocate dall’aria penetrata con il latte nello stomaco perché viene sempre espulsa con il “ruttino”. Per gestire un bambino che piange voi genitori non dovete farvi prendere da inutili paure. Solo stando calmi potrete rassicurare vostro figlio che così smetterà di piangere. Quando il bambino piange va sempre preso in braccio. Il pianto non è l’espressione di uno stato di sofferenza del bambino ma è il suo modo di comunicare proprio perché non sa parlare. Quando un bambino piange voi genitori non dovete pensare per prima cosa che stia male. Il pianto è espressione di sofferenza o di disagio emotivo nel bambinopiù grande o nell’adulto, quando sa comunicare attraverso le parole oppure i gesti. In un bambino piccolo il pianto è il suo linguaggio che usa al posto delle parole. Per lui è un modo di comunicare come fa il cane quando abbaia o il gatto quando miagola. Per questo non si deve pensare che un bambino che piange sia malato, perché innanzitutto nella quasi totalità dei casi i bambini stanno bene e non sono malati, perciò con il principio della probabilità si deve pensare che il bambino stia bene. In secondo luogo se il bambino sta male, soprattutto quando presenta una m malattia seria, un organismo piccolo come quello di un bambino esaurisce le proprie forze, ha una minor reattività, pertanto è assopito e non ha le energie sufficienti da poter piangere

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