Quali sono i cibi davvero amici della pelle

Anche la pelle ama il buon cibo, da cui trae tutti i nutrienti indispensabili per mantenersi sana, radiosa e visibilmente giovane. Ecco cosa portare a tavola per un viso tonico, compatto e luminoso



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La pelle non è solamente l’involucro che ci contiene, ma un vero e proprio organo con tutte le sue necessità per mantenersi efficiente. Prendersi cura della pelle deve rappresentare un gesto quotidiano, che passa anche attraverso la buona tavola.

«Non a caso, secondo una mole crescente di ricerche scientifiche, una corretta alimentazione rappresenta un importante tassello nel trattamento di svariate patologie cutanee, come acne, rosacea, psoriasi e dermatite atopica», spiega Simone Ribero, professore di Dermatologia presso la Clinica Dermatologica dell’Università degli Studi di Torino.

«Questo dimostra la stretta connessione fra la pelle e quello che mangiamo. In linea generale, sappiamo che la cute si può rinforzare dall’interno introducendo alimenti ricchi di antiossidanti e antinfiammatori naturali: frutta e verdura fresca, cereali integrali, pesce azzurro, olio extravergine di oliva, semi oleosi, tè verde».

Il cibo amico della pelle: colorato è meglio

Grandi amici della pelle sono ritenuti i carotenoidi, pigmenti colorati presenti nei vegetali giallo-arancioni e rossi (come carote, anguria, peperone, pomodoro, albicocche, melone, pesche, ciliegie) e in alcuni verdi (come spinaci, lattuga e prezzemolo), che sembrano capaci di favorire un colorito più sano e abbronzato.

«Proteggere la pelle dal foto-invecchiamento significa anche prevenire, a livello cellulare, la produzione di quegli enzimi che distruggono il collagene e favoriscono la formazione di rughe profonde, tipiche di chi si espone molto al sole», descrive il professor Ribero.

«Dunque, i carotenoidi sono preziosi tutto l’anno, non soltanto quando siamo in partenza per le vacanze al mare». Per osservarne gli effetti, però, non basta mangiare un piatto di carote o una fetta di anguria ogni tanto, ma occorre un consumo quotidiano e abbondante.

Alimentazione e pelle: vince la varietà

Uno studio polacco, intitolato Effect of intake of selected nutrients on skin firmness and elasticity in women e pubblicato a novembre 2024 su Frontiers in Nutrition, ha indagato gli effetti di alcuni nutrienti selezionati in un gruppo di 59 donne, divise in due fasce di età (sotto e sopra i 40 anni).

Si è visto, per esempio, che l’acido linoleico e l’acido alfa-linolenico (due acidi grassi presenti in noci, semi di lino, oli vegetali, uova e latte) migliorano la qualità della pelle. Molto utile risolta essere anche la fibra alimentare, seppure non siano ancora ben chiari i suoi meccanismi d'azione. «In particolare, parla di fibre anche uno studio, pubblicato a novembre 2024 su European Journal of Nutrition, che ha verificato su un gruppo di giovani adulti cinesi di Singapore e Malesia come l’assunzione frequente di diete ricche di fibre e probiotici riduca i rischi associati alla dermatite atopica», aggiunge Ribero.

Altrettanto preziosi si sono rivelati alcuni oligoelementi (sodio, potassio, magnesio, zinco e rame), le vitamine del gruppo B, la vitamina D e i folati, tutti coinvolti nei processi che difendono la cute dagli agenti esterni e ne mantengono la corretta elasticità.

«Sempre nel 2024, su Ageing Research Reviews era apparso un articolo che sottolineava la potenza dell’asse intestino-cervello: non a caso, disbiosi e disfunzione della barriera intestinale sono frequentemente osservate in chi presenta determinate condizioni infiammatorie della pelle. E pare siano addirittura implicate nell’invecchiamento cutaneo».

Tenere a bada le rughe

Dai 40 anni in poi, i segni del tempo iniziano a mostrarsi anche a causa della glicazione: le molecole di collagene, che dovrebbero essere elastiche e dare tensione alla pelle, diventano rigide, fragili.

A favorire questo processo sono i cosiddetti AGEs, acronimo di Advanced Glycation End-products, cioè prodotti finali della glicazione avanzata, che si formano quando gli zuccheri si combinano con proteine o grassi. Per ridurne il consumo, dobbiamo limitare zuccheri e carboidrati semplici, ma anche privilegiare metodi di cottura poco aggressivi.

«Non sottovalutiamo neppure un giusto apporto di grassi “buoni”, che favoriscono la formazione di ceramidi, ovvero di quel cemento che tiene insieme i mattoni dell’epidermide, i cheratinociti», raccomanda il professor Ribero.

In particolare, sono preziosi l’acido gamma-linolenico e l’acido α-lipoico: il primo è abbondante in avena, orzo, alga spirulina, olio di borragine e semi di ribes nero, mentre il secondo è contenuto in cibi come broccoli, pomodori, spinaci, insalate, cavoli, piselli, lievito di birra, riso integrale e carne. Ma senza impazzire troppo, basta attenersi alla dieta mediterranea, che contiene tutto il necessario per mantenerci in salute ma anche giovani nell’aspetto.


La "dieta" per la pelle? Quella mediterranea

A confermare l’efficacia della dieta mediterranea è anche uno studio del 2001, intitolato Skin wrinkling: Can food make a difference? e pubblicato sul Journal of the American College of Nutrition. Indagando le cause della lassità della cute sul dorso delle mani, grazie a un campione di 453 uomini e donne residenti in Europa e Australia si è scoperto che una dieta ricca di verdura, frutta e olio di oliva – prodotti tipici sulle nostre tavole – svolge un effetto protettivo.

Un altro studio del 2019 (A healthy diet in women is associated with less facial wrinkles in a large Dutch population-based cohort), pubblicato sul Journal of the American Academy of Dermatology, ha dimostrato che anche il viso invecchia meno in chi segue una dieta sana: osservando una popolazione di 2753 partecipanti anziani, si è notata una minore presenza di rughe facciali in chi rispetta una dieta varia ed equilibrata.

Tra l’altro, nello studio, è emerso che l’impatto della dieta sulle rughe del viso è significativo nelle donne, ma non negli uomini: i ricercatori, infatti, hanno riscontrato che un'alimentazione ricca di carne rossa e snack era associata a più rughe facciali nelle donne, mentre un modello alimentare a predominanza di frutta era associato a meno rughe. Questi risultati sembrano suggerire che uomini e donne presentano differenze di genere anche nella formazione delle rughe.

«Una ricerca polacca, pubblicata nel 2024 su Frontiers in Nutrition, ha confermato che gli alimenti possono mostrare effetti positivi sull’elasticità cutanea, come diete ricche di fibre, vitamine (E, B6, B12, C) e oligoelementi (come zinco, rame, magnesio)».


Anche l'idratazione è importante

Cibo a parte, la pelle necessita anche della giusta quantità di acqua per evitare la comparsa di secchezza, desquamazione e prurito. Sappiamo, infatti, che un corretto apporto idrico è fondamentale per l’omeostasi del corpo, cosi come della nostra cute. 

Una curiosità? «Uno studio cinese con replicazione in una popolazione europea del 2024 ha dimostrato che il consumo di caffè è associato a un rischio ridotto di invecchiamento della pelle del viso, perché il caffè tostato sembra contenere sostanze come i polifenoli, potenti antiossidanti», conclude Ribero. «Inoltre, la caffeina sembra giocare un ruolo positivo sull’allungamento dei telomeri e, quindi, sull’invecchiamento del corpo in generale, riducendo la senescenza cellulare. Ovviamente un’elevata quantità di caffè può risultare nociva per altre ragioni, come nel caso delle patologie cardiovascolari, pertanto va considerato solo un suo uso non eccessivo». Secondo le linee guida, 5 caffè al giorno corrispondono a un consumo moderato.


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